A`Ntinna a mari Il valore della tradizione

Storie e Personaggidi Giuseppe Simplicio

A`Ntinna a mari Il valore della tradizione

Oltre le tradizioni del Carnevale con carri allegorici, maschere e balli, le Processioni religiose, i Cortei di composizioni floreali colorati, le nenie natalizie, la ninnariedda e la Vecchia Strina che scende dalla Rocca per regalare dolci ai bambini a Capodanno, particolare interesse suscita una popolarissima consuetudine marinara.

A Cefalù, il 6 Agosto, si festeggia il SS. Salvatore e in suo onore viene svolta annualmente, fra le altre manifestazioni, l'antica tradizione della 'Ntinna a mari. Diciassette partecipanti, appartenenti ad antiche famiglie di pescatori cefaludesi, si sfidano per riuscire ad afferrare una bandiera raffigurante il volto del SS. Salvatore, posta in fondo ad una trave di legno fissata sul molo e sporgente in mare. Un tronco, lungo 16 metri, unto di sapone e grasso animale viene sospeso, quasi orizzontalmente, sul molo del porticciolo. I concorrenti costretti ad innumerevoli tentativi, con conseguenti tuffi in acqua per la difficoltà di mantenere l'equilibrio, cercano di raggiungere la bandiera posta all'estremità. Parecchi sono i tentativi, dopo ore di prove qualcuno ci riesce.

Con le stesse regole in molti posti della Sicilia, quasi nello stesso periodo dell'anno, è possibile trovare l'antico gioco, organizzato per la prima volta, secondo una tradizione, nel 1783 per ringraziare il Santissimo Salvatore dello scampato terremoto che sconvolse la Sicilia in quell'anno. Le origini storiche è probabile che siano più antiche in quanto rimandano all'epoca dei velieri, antiche navi con un albero di bompresso a prua.

I marinai, nelle pause di lavoro, si tuffavano a mare dalla sommità dell'albero per una sorta di gioco o di divertimento.

Nel palermitano la 'Ntinna a mari si svolge a Porticello, Sferracavallo, Trappeto e Aspra e nell'agrigentino a Sciacca e a Porto Empedocle.

Con le stesse modalità la 'Ntinna a mari si svolge regolarmente anche a San Vito Lo Capo, ad Augusta, S. Agata di Militello, Castel di Tusa (Messina) e nell'isola di Marettimo (Isole Egadi). A Cefalù raccontano di un gioco antico della tradizione popolare, chiamato 'Albero della cuccagna', il quale si svolgeva alla Marina il giorno della festa dei Santissimo Salvatore. L'usanza tipica era di fare una cuccagna a mare per onorare il Santo patrono.

Un palo con una bandiera all'estremità veniva sospeso orizzontalmente sul mare e i partecipanti dovevano cercare di prenderla senza cadere in acqua, al vincitore andavano dei premi. 'Ntinna a mari deriva verosimilmente dall'antico gioco e l'immagine dell'Albero della cuccagna, inteso come regno dell'abbondanza, simbolo di gioia e prosperità, ma anche della fatica e dell'impegno indispensabili a ottenerle, è comune a tutte le culture europee. L'antico rito della conquista del benessere con difficoltà ha mantenuto intatta l'originalità e il significato sino ad oggi.

LA MEMORIA

Se prendiamo come esempio una manifestazione tradizionale come la 'Ntinna a mari, vissuta di presenza, significa non conoscerla attraverso un libro o una fotografia ma attraverso la percezione fisica che agisce sulla memoria.

Ricordare è importante ed è grazie alla memoria che può esistere la stessa tradizione. Un aspetto non trascurabile riguarda la sua parte emozionale, poiché nella tradizione si trovano le sensazioni già provate nel passato.

La memoria trasmessa dalla consuetudine è una memoria fisica, che diventa concreta e materiale. La memoria e il fatto di ricordare, sono il nostro indispensabile patrimonio di conoscenze, sono ciò che dà un senso alla vita.

Ogni cultura, ogni razza o gruppo di persone ha le proprie usanze e abitudini che sente di tramandare di generazione in generazione poiché la tradizione è collettiva e sociale per sua stessa natura e coinvolge tutti.

Nella società post-moderna, ci si domanda se abbiamo bisogno ancora delle tradizioni. La risposta è che la tradizione è importante in ogni cultura e civiltà. In un'epoca di transizione così incerta, come la nostra, la continuità è securizzante.

Oggi, come non mai, c'è la necessità e il desiderio di recuperare i valori tradizionali.

 

TRADIZIONI E TURISMO CULTURALE

Superfluo aggiungere che i viaggiatori amano scoprire le tradizioni del luogo che stanno visitando. Il turismo culturale è ormai una realtà identificata a livello internazionale, che indica una tipologia di turismo legato alla cultura e l'identità dei luoghi visitati. I turisti vogliono sentirsi partecipi dal luogo che stanno visitando, vogliono vivere un'esperienza che restituisca loro la verità del luogo, l'identità delle persone e delle loro tradizioni. Sono attratti dalla loro cucina, dai costumi, dai canti, dai rituali, dal folklore. Sono le tradizioni a rendere un posto unico e speciale.

`Ntinna a mari è un suggestivo evento emozionante e spettacolare che attira molte persone, molti turisti vengono da tutte le parti del mondo. Accompagnati dalla gioia dello stare insieme, l'avvenimento costituisce un'occasione speciale per fermarsi un momento con allegria e per esplorare alcuni aspetti inediti della vita del paese. Questa manifestazione risponde al desiderio e alla necessità vitale di ognuno di dare spazio alla socialità, per interrompere la monotonia del quotidiano. Si crea un momento di forte identificazione in cui la comunità cefaludese si sente naturalmente coinvolta assieme ai numerosi visitatori. Lo sforzo di mantenere viva la manifestazione deve essere concentrato sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Difendere l'antico gioco marinaro significa confermare il corale senso di appartenenza di tutti i cefaludesi alla propria storia.

Le nostre tradizioni sono le nostre radici, costituiscono come un luogo della memoria delle vite trascorse dalle generazioni che ci hanno preceduto. Noi amiamo Cefalù dove siamo cresciuti e la sentiamo viva dentro di noi.

Le manifestazioni come questa 'Ntinna a mari sono di grande importanza per il nostro paese perché ne definiscono l'anima e l'identità oltreché un'occasione favorevole di incontro e di dialogo tra i membri di una stessa comunità.

Dobbiamo provare quindi a svolgere collettivamente un'azione di preservazione e valorizzazione della nostra identità culturale, delle tradizioni e dei valori che ci accomunano.

Riscoprire il passato favorisce sicuramente lo sviluppo del senso di appartenenza ma soprattutto custodisce in noi un mondo che tende a dissolversi.

La perdita della memoria, la mancata attenzione verso le nostre antiche tradizioni rischiano di far disperdere il trascorso di questo territorio.

La difesa della continuità storica del passato e dei semplici e genuini valori che rappresenta, costituisce un

elemento vitale per uno sviluppo sano della nostra comunità. Siamo noi, la nostra cultura, la nostra identità. Qualcuno ha detto che un popolo senza tradizioni è un popolo privo di anima. È vero. Entrano sempre in gioco i "valori fondamentali" delle tradizioni che vengono stabiliti e tramandati. Sono quei valori spirituali, morali e culturali depositati saldamente nella mente e nel cuore di un popolo che bisogna difendere e valorizzare. Le tradizioni mettono in evidenza la nostra cultura. Confermano la sua capacità di dare risposte ai mutamenti.

Ecco perché dobbiamo amare il nostro passato e non portarlo come un peso nel futuro. Del patrimonio morale ricevuto dai nostri avi abbiamo il dovere di farne tesoro di vita. Abbiamo il compito di trasmetterne i contenuti alle giovani generazioni.

Ogni generazione deve prendere linfa dalle altre del passato e trasmetterla a quelle che verranno dopo.

di Giuseppe Simplicio


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